Buon Natale!

Rudolph si aggirava composto davanti alla solida slitta.

In qualità di Capo Renna aveva da sempre la responsabilità di controllare che fosse tutto più che perfetto, in modo che il gravoso compito che attendeva Babbo Natale potesse, ancora una volta, essere portato a temine in tutta la sua Magia.

Svolgeva questa mansione da solo, da sempre, e con tutta la concentrazione che questo incarico richiedeva. Ma non appena vide Ballerina arrivare leggiadra verso di lui fu colto da un’illuminazione, quasi come se gli eventi stessi gli stessero suggerendo la risposta ad un interrogativo che lo appesantiva da giorni.

“Ci sono luoghi in cui non vorrei dover andare, Rudolph” gli aveva detto Babbo Natale “Luoghi che so che necessitano, forse più di altri, il mio passaggio…. ma che ogni anno spero di trovare deserti” aveva concluso scuotendo il capo e passando una mano nella folta barba.

Rudolph sapeva perfettamente a cosa Babbo Natale stesse facendo riferimento, ed abbassò a terra il muso fino a sfiorare la neve, incapace di aggiungere altro senza che la voce gli morisse in gola.

“Mi piacerebbe allora che il mio passaggio potesse avere un significato” aggiunse Babbo Natale “Comunicare qualcosa di più di quello che rappresenta di solito la consegna di un dono”.

“Babbo Natale, ma i tuoi non sono semplici doni” aggiunse Rudolph “Sono dediche. Sono la materializzazione del tuo dedicarsi ai Bambini, ad ogni singolo Bambino” spiegò ancora “I tuoi Elfi lavorano notte e giorno mano a mano che arrivano le letterine, in modo che ciascuno possa trovare a Natale ciò che più desidera”.

“Eh già, ci sono le letterine” ammise babbo Natale “io adoro le letterine! Le conservo tutte sai, da sempre…e sono per me un tesoro prezioso” aggiunse. “Tuttavia, ci sono letterine che non vengono scritte, e sono quelle cui ora sto pensando. I genitori, ad esempio, non le scrivono più: per loro è sufficiente che siano i sogni dei figli ad essere realizzati…mentre i loro li lasciano andare in secondo piano. Poi ci sono invece desideri talmente profondi, disperati e forti che farebbero troppa paura se messi su carta. Vorrei tanto che il mio Viaggio nella Notte di Natale potesse dare voce anche a loro” concluse Babbo Natale alzandosi dalla sua soffice poltrona rossa ed uscendo a passeggiare nella neve fresca.

“Dare voce anche a loro…ma come?” continuava a chiedersi Rudolph nei giorni seguenti. E l’arrivo di Ballerina lo sorprese che era ancora su quell’interrogativo.

“Certo! Questa è una faccenda da giocarsi in squadra” si disse Rudolph “Come ho fatto a non pensarci prima!”

“Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato, Cupido! Venite qui, presto!” si affrettò a chiamare a gran voce il Capo Renna “Babbo Natale ha bisogno di noi!”

Alla spicciolata arrivarono tutti, si unirono a Ballerina che era arrivata autonomamente poco prima…e silenziosamente si disposero a semicerchio intorno a Rudolph.

Prese la parola Fulmine, che era uno che amava andare dritto al sodo “Che succede Rudolph? Hai un’aria elettrizzata ed allo stesso tempo emozionata”.

“Hai proprio centrato il discorso amico” rispose annuendo il Capo Renna “È proprio così che mi sento” ammise. “Vi ho chiamati perché c’è bisogno che la nostra squadra dia una mano a Babbo Natale. Dobbiamo modificare il percorso di questa notte” spiegò loro, con gli occhi pieni di entusiasmo.

“Modificare il percorso?” chiese Cometa, che era abitudinaria e amava percorrere il giro del mondo secondo la tranquillizzante routine consolidata in tanti anni di conoscenza approfondita della mappa stellare “E perché mai?”

“Perché c’è un posto in cui dobbiamo andare, anche se non ci piace doverlo fare” spiegò ai compagni“ E quest’anno dobbiamo andarci ad un’ora precisa, costi quel che costi!” continuò. “Ognuno di voi ha da sempre un ruolo all’interno del nostro gruppo, ed è proprio sfruttando al massimo i talenti di ciascuno di noi che riusciremo nel nostro intento” andò avanti ancora Rudolph, parlando sempre più concitato.

Li chiamò uno ad uno, come un generale che passa in rassegna le truppe prima della battaglia decisiva:

“Cometa, tu chiederai ad ogni stella il percorso più breve per arrivare alla destinazione successiva”

“Fulmine, mi affido alla tua rapidità per evitare le tormente di neve!”

“Donnola, ho bisogno che tu controlli le correnti in modo da non trovarci davanti uno sbarramento di nubi!”

“Freccia, tu dovrai prestare attenzione al tempo che passa, perché ogni secondo è prezioso!”

“Ballerina, tu dovrai battere il tempo con i tuoi zoccoli, in modo che l’intera squadra si muova a ritmo!”

“Saltarello, affido a te il compito di ridare il via ad ogni partenza!

“Donato, tu controllerai la letterina di ogni bambino, e verificherai che i doni a lui destinati siano quelli giusti”

“Cupido, tu hai il cuore d’oro… ed avrai l’onore di accompagnare Babbo Natale quando attraverserà quella grande Terrazza che è vicina al mare. È lì che dovremo essere poco prima dell’alba. Io vi aprirò la strada con il mio naso luminoso, in modo da accompagnarvi sino a quella grande porta”

Concluse Rudolph con lo sguardo reso febbrile dalla tensione, le orecchie tese ed il muso puntato verso il cielo stellato.

E fu proprio Cupido a rispondere per tutti, dopo essersi compreso con un solo sguardo con gli altri del gruppo “Certo Rudolph, lo faremo…non dubitare. Però, spiegaci…perché mai dovremmo essere proprio su quella Terrazza poco prima dell’alba?” chiese.

“Perché quella che precede l’alba è da sempre conosciuta come l’ora più buia della notte. Lì troveremo qualcuno che ha un immenso bisogno di noi …per sperare che domani il sole possa sorgere ancora” spiego Rudolph volgendo il suo sguardo a est.

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